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Il 25 aprile a Monza
Franco Isman

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foto Fabrizio Radaelli

Le celebrazioni al cimitero si sono svolte secondo il dettagliatissimo programma, e senza “stranezze” del sindaco: corteo con il tamburino della banda che segna il passo, sosta al campo dei Partigiani, benedizione, tromba, attenti, militari e militi dei corpi ausiliari irrigiditi nel saluto, gonfaloni e vessilli innalzati, riposo, sindaco con presidente della Provincia e prefetto che si avvicinano e sostano davanti il monumento al Partigiano, dietro front. Stessa cerimonia davanti alla stele dei deportati. Quindi corteo fino al campo dei Caduti di tutte le guerre e ripetizione della cerimonia. Tutto giusto, per carità, ma molto, troppo freddo e formale.

Proprio per questo, come già negli anni scorsi ed il 4 novembre, qui per supplire alla indecente mancanza di una presenza ufficiale, gli aderenti all'Anpi hanno fatto una cerimonia supplementare con i partecipanti, una quarantina, che prendevano uno stelo fiorito e lo deponevano su ciascuna tomba, che già avevano una piantina messa dall'amministrazione comunale. Poi lettura di testimonianze e di lettere dei caduti e canzoni partigiane.

Intanto il corteo ufficiale da piazza Gianni Citterio a piazza Trento e Trieste e qui la cerimonia conclusiva: messa celebrata da monsignor arciprete, discorso del presidente dell'Anpi di Monza Rosella Stucchi, quindi di uno studente del liceo Zucchi, del presidente della Provincia Dario Allevi ed infine del sindaco Marco Mariani amante della pacificazione di tutti gli italiani purché si smetta di parlare di fascismo e di antifascismo.

Franco Isman



Rosella Stucchi
presidente dell'Anpi di Monza
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Rosella Stucchi
foto il Cittadino
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Quest'anno l'anniversario della Liberazione cade in un periodo di profonda crisi non soltanto economica e sociale, ma anche etica e di valori che, oltre ad aggravare le condizioni di vita di milioni di cittadini e ad acuire la piaga della disoccupazione giovanile, rischia di provocare ripercussioni pericolose nel regime democratico, mettendo in pericolo diritti fondamentali e conquiste importanti realizzati dopo il 1945. Il mondo finanziario, che sta cercando di dominare l'intero pianeta, è in contrasto con l'esigenza di equità e di solidarietà che sta alla base del nostro sistema costituzionale e la storia ci insegna che le crisi conducono spesso a regimi autoritari o populisti.

L'obiettivo della lotta di liberazione, nella quale sono morti tanti giovani italiani, era un radicale rinnovamento politico, morale e sociale dell'Italia, di cui la lotta antinazista e antifascista è stata la premessa. Anche per onorare i nostri morti, la preziosa eredità della Resistenza, che ha trovato il suo più importante sbocco nella Costituzione deve essere sempre al centro del nostro impegno e delle nostre iniziative.

Solo a Monza, sparse per la città, ci sono 12 lapidi che ricordano a volte uno, a volte più giovani caduti per mano fascista o nazista . Solo intorno a noi Centemero e Paleari in via Italia, nella piazzetta che noi vorremmo intitolare “largo Due martiri”, Antonio Gambacorti Passerini nella via omonima, Mengoni e Gatti in piazza San Paolo, Gianni Citterio nella omonima piazza e anche due donne: Elisa Sala a cui è stata intitolata una scuola media e Salvatrice Benincasa, con lapide vicino al Binario 7, una siciliana che è stata torturata e uccisa in quella che allora era la sede della GIL, quando la sua terra era già stata liberata.

Proprio per il ruolo importante e il coraggio dimostrato nella lotta di liberazione le donne hanno ottenuto il diritto di voto: spero nessuna sottovaluti oggi il valore di questo diritto.

Ma cosa è l'Anpi ? L'Associazione partigiani, che oggi è formata anche da tanti giovani, non è un partito, ha come programma politico la Costituzione. L'Anpi vigila, denuncia le situazioni in cui la Costituzione viene violata, rilancia le radici della Repubblica: antifascismo, Resistenza, Costituzione, capisaldi che ci hanno permesso di condurre un'esistenza pacifica e civile per oltre sessant'anni. Quindi l'Anpi si occupa di tutela dei diritti sociali e del lavoro, della scuola pubblica, dei diritti dei migranti, della questione morale, dei pericoli del neofascismo.

Ho letto in un discorso di mio padre del 25 aprile del 1973: “Celebrare il 25 aprile e la Costituzione repubblicana ha senso solo a condizione di non farne oggetto da museo, bensì di collegare con la realtà attuale i valori e gli insegnamenti che da essi discendono e che ancora oggi dovrebbero ispirare la nostra azione”. E devo dire che quarant'anni fa questo era un modo di pensare comune a tutte le ideologie politiche; leggendo i verbali dei consigli comunali si sente come l'antifascismo fosse la base comune da cui partire. Allora era sindaco il prof. Bertazzini che infatti ha la tessera ad honorem dell'Anpi.

Oggi invece in Italia non esiste una memoria condivisa, spesso neanche una memoria su fascismo e antifascismo. Tullio Montagna presidente dell'Anpi Lombardia con immagini colorite dice che ci sono i fascisti dichiarati, sotterranei o inconsapevoli, gli antifascisti e la massa grigia degli afascisti che non sanno, non vogliono sapere, dicono che oggi il fascismo non c'è più, che bisogna rappacificarsi, che non trovano fuori luogo che si intitolino piazze o targhe a fascisti, che si tenti di equiparare i partigiani ai repubblichini o di cancellare la XII disposizione transitoria della nostra Costituzione che vieta la ricostituzione del partito fascista, che non si accorgono quando si tenta di imbavagliare la stampa, asservire la magistratura.
Quelli per cui “il fascismo era una dittatura all'acqua di rosa”, “è passato tanto tempo”, “la colpa era di pochi delinquenti”, “ anche loro erano in buona fede”, “hanno difeso l'onore della Patria”, “tutti i morti meritano rispetto e la Resistenza e l'antifascismo, forse anche la costituzione e l'Anpi sono un retaggio della sinistra”.

Allora semplicemente: i partigiani lottavano per la libertà, i fascisti stavano con i nazisti. Celebrare il 25 aprile è sempre più importante e sempre più giusto.

Il democristiano Enrico Mattei 50 anni fa diceva: “noi siamo stati uniti durante la Resistenza. Pur avendo idee molte volte contrastanti, su un punto eravamo perfettamente uniti e dobbiamo restare uniti: l'antifascismo. Noi dobbiamo impedire con tutte le forze qualsiasi “ritorno” anche larvato del fascismo”.

Sono stata recentemente a un convegno su Ferruccio Parri, grande personaggio della Resistenza, primo presidente del Consiglio dopo la Liberazione, si era fatto mettere una branda vicino al suo ufficio a Palazzo Chigi: erano altri tempi !
Parri diceva con grande semplicità: “nella fede nelle idee di libertà e giustizia noi ci riconosciamo; nel dispregio di queste idee riconosciamo il fascismo”.

Oggi nel contesto di di corruzione, di disfacimento civile in cui viviamo, nel disprezzo della libertà e della giustizia riconosciamo il nuovo fascismo cioè l'ideologia che fa prevalere l'interesse dei più forti e dei più corrotti sui diritti di tutti e sull'interesse generale del Paese.

Tra pochi giorni avremo a Monza le elezioni amministrative. I sondaggi prevedono una astensione molto alta, la gente è stufa dei continui scandali e delle ruberie. L'Anpi invece invita tutti ad approfittare del diritto di voto conquistato con lotte e sacrifici.

Io voglio bene alla mia città, ci sono nata e vissuta e vi invito ad esprimere il vostro voto tenendo conto naturalmente nella scelta dei candidati della loro connotazione antifascista e della loro aderenza ai valori di libertà, democrazia e giustizia sociale sanciti dalla nostra Costituzione: a Monza ci sono tanti candidati che credono in questi valori.

Grazie e viva la Costituzione !

Rosella Stucchi



Marco Mariani,
sindaco di Monza


Il Presidente della Repubblica da qualche anno in queste occasioni ci propone, io sono molto sincero, spesso e volentieri col nostro Presidente non mi ritrovo sulla stessa lunghezza d'onda, in questo caso, questa volta sì. Il Presidente ha parlato per l'ennesima volta di una festa che dovrebbe unire questo Paese.
Se fosse oggi presente, il Presidente della Repubblica avrebbe di che riflettere perché si sono sentite parole, purtroppo, che non portano a questa unità di intenti..
A me spiace, l'ho detto anche altre volte in queste occasioni, perché quando si parla di libertà, rispetto delle idee altrui e quindi rispetto delle persone, in poche parole, pensavo che fossero concetti che vedessero tutti uniti, sono concetti che valevano 1000 anni fa e che varranno fra 1000 anni…

E' con un po' di tristezza che faccio queste considerazioni, le ho fatte anche altri anni e mi ritrovo dopo 5 anni ad essere più o meno nella stessa atmosfera. Io spero che passando gli anni, ormai ne sono passati 67, siano sempre di più le persone che si ritrovino coese, unite, con una unità di intenti forte su questi concetti, su questi principi, anche su questi sentimenti, e che finalmente le persone che idealmente sono qui sepolte e che ricordiamo… siano sempre da monito per un'unità che prima o poi perlomeno su questi fatti questo Paese dovrebbe trovare.

Perché quando si parla di Liberazione, si parla di sacrifici, si parla di liberazione di tutto il Paese, di sacrifici che certe persone hanno fatto per tutto il Paese, tanti purtroppo fino a arrivare al sacrificio estremo e tanti altri comunque soffrendo parecchio anche vivendo nelle nostre città durante la guerra.

E ripeto, io pensavo, penso e penso per il futuro a questo punto, visto che adesso non siamo ancora arrivati a questo punto dopo quasi settant'anni, spero che queste vite sacrificate servano in futuro a cambiare una volta per tutte. Francamente sono un po' demoralizzato da questo punto di vista. Oggi certe affermazioni mi hanno lasciato di stucco, e sono cose che lasciano un pochino d'amaro in bocca. Detto questo, l'ho sempre detto e lo ripeto, certi valori sono imprescindibili dalla convivenza civile, il problema è che prima o poi questi concetti li dovranno, diciamo, metabolizzare tutti per bene.

E sarà l'unico modo, l'unica via, l'unica strada, per parlare davvero di quella cosa che sta a cuore di molti che è, tra virgolette, l'unità di questo Paese.

Io lo auguro alle future generazioni, questa unità di trovarla veramente, se non altro nel cuore, veramente benefica nei comportamenti.

Non faccio nessun accenno di tipo politico, perché lo trovo in questo momento assolutamente fuori luogo e auguro a tutti una buona giornata.

Marco Mariani


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  26 aprile 2012